Insegnare il Tuina ai genitori

 

Davvero un genitore, che nella vita fa tutt’altro mestiere, può imparare il Tuina e usarlo in totale sicurezza per tenere alla larga i ricorrenti e noiosissimi disturbi ai quali sono soggetti i bambini?

Certo che sì (risposta breve).

Prima del coronacene organizzavo almeno una o due volte all’anno dei brevi cicli di incontri per piccoli gruppi di mamme e papà, durante i quali spiegavo e insegnavo semplici sequenze di manovre per gestire in ambito familiare i piccoli problemi tipici dell’età pediatrica e infantile.

Le manovre di base del Tuina pediatrico si insegnano ai genitori perché sono facili da eseguire, ma è necessario capire la giusta forza da applicare, la velocità e la pressione, individuare per bene punti e zone, ricordare quanto è importante il ritmo.

Alla teoria segue sempre la pratica, mostro le manovre e le faccio ripetere su di me, in modo da poter correggere i movimenti e dare consigli su quale approccio usare per far diventare il Tuina un'abitudine gradita ai piccoli.

Dopo il primo incontro i miei allievi di solito sono già bravissimi: la pratica fatta a casa nella settimana tra un appuntamento e l'altro dà i suoi frutti, le manovre diventano molto più precise, senza più impacci né imbarazzi. E poi la pratica porta domande puntuali, ed è sempre bello per me sentire com'è andata e rispondere alle curiosità che nascono quando si inizia a fare proprio qualcosa di nuovo e, per certi versi, inconsueto.

È anche un’occasione per i genitori per avvicinarsi a una disciplina ancora assai poco conosciuta, per apprendere nuovi strumenti e metodi da mettere nella ‘cassetta degli attrezzi’ domestica, di guardare ai propri bambini e alle loro problematiche da una diversa angolazione, con occhi nuovi (vagamente a mandorla…).

 
tuinaPaola Spinelli